mercoledì 4 aprile 2012
BON IVER - UNICA DATA ITALIANA (FERRARA SOTTO LE STELLE)
martedì 6 marzo 2012
BON IVER - UNICA DATA ITALIANA
martedì 21 giugno 2011
BON IVER - BON IVER (2011)
Rieccoci alla volta di Justin Vernon, alias Bon Iver, conosciuto nel 2008 con il suo esordio lacerante che era “For Emma, Forever Ago”, scritto dopo una delusione d'amore, completamente pensato e registrato in una baita nei boschi del Wisconsis in totale solitudine ed estraneità dal resto della civiltà, rinchiuso in un coma sentimentale grazie al quale ha dato vita a quel debutto strepitoso. Fu per la Jagjagurwar una vera fortuna con oltre 320.000 copie vendute nei soli Stati Uniti.
Questo 21 Giugno uscirà il secondo album, l' omonimo “Bon Iver”, registrato negli Aprile Studios Base di Fall Creek in Wisconsin, dove Justin ha acquistato un ex ambulatorio veterinario trasformandolo in una studio di registrazione, che pensate si trova a pochi chilometri dalla casa in cui è cresciuto e a soli dieci minuti dal bar in cui si sono conosciuti i suoi genitori. Ha scelto questo luogo per la registrazione del disco perchè potesse sentirsi meravigliosamente libero e a proprio agio in un posto costruito con le proprie mani.
La prima intuizione che risalta alle orecchie è senz'altro quella che Justin non è più solo e che stavolta ha una folta schiera di collaboratori di cui si è servito per realizzare il disco, tra cui Peter Gabriel, Kanye West, il sorprendente Colin Stetson e altri ancora. In “Bon Iver” la musica spezza quel minimalismo di “For Emma, Forever Ago” ed irrompe in maniera inaspettata con vere esplosioni sonore, riff ripetuti di chitarra elettrica, percussioni marziali, insieme all'incedere di archi e fiati che accompagnano i falsetti di Justin e gli autotune vocali. Un genere musicale che va oltre la classica personalizzazione vocale cui eravamo abituati e supera l'etichetta indie-folk, dirigendosi verso tappe che conducono alla meta indefinita, ignota, certamente nuova e variegata, aggiungendo un alone di complessità ai testi e di curiosità ai loro titoli, rendendola quasi una caccia al tesoro, un rebus immaginario dalle infinite soluzioni. “Bon Iver” solca i limiti del folk più classico e si tinge di nuove forme sonore, stratificate e vellutate. Justin, nonostante sia venuto fuori dalla sofferenza del passato, trascina anche in questo disco gran parte della sua malinconia, tra foschi paesaggi e ferite non guarite, in un viaggio che dall'esterno conduce dentro di sé, negli angoli più reconditi ed intimi, prima sede di dolore, adesso dolce alcova per i ricordi più nostalgici.
Che questa nuova ispirazione provenga dalle recenti collaborazioni con Kanye West o da un percorso meno scontato possiamo solo ipotizzarlo. L'unica cosa certa è che qualunque sia la matrice creativa che sta alla base di Bon Iver, riesce a promuovere anche stavolta la bravura di questo artista tra classic e post-folk e lo conferma tra gli astri musicali nelle vesti di una nuova cometa, spazzando via ogni dubbio di meteorite.
Un disco brillante dalla prima all'ultima traccia. Il viaggio comincia con “Perth”, bellissimo brano d'apertura in cui rullano le emozioni in un'esplosione di fiati ed archi che disorienta i sensi; continua con l'emozionante “Hinnon,TX” in cui la voce si sdoppia fino allo stridere del soul; poi c'è “Calgary”, il primo singolo estratto dal disco che ci ha preparati al nuovo ascolto. Si conclude con la romantica “Beth/Rest” e le sue tastiere sognanti avvolte in un sound anni Ottanta.
“Bon Iver” è un diamante allo stato grezzo, purissimo. Se la volta celeste fosse un insieme di accordi questo disco sarebbe l'unica colonna sonora immaginabile.
Vale
(Pubblicata su SHIVER WEBZINE)