giovedì 23 dicembre 2010

ANTONY AND THE JOHNSONS - SWANLIGHTS (2010)

http://www.myspace.com/antonyandthejohnsons


Ci siamo. L’attesa è terminata. Dopo 5 anni di distanza dall’esordio con I’m a Bird Now e due anni dal successivo The Crying Light, quest’ anno è finalmente uscito il terzo album del nostro Antony Hegarty per la Secretly Canadian.

Swanligths è il termine con il quale Antony suole indicare il riflesso notturno della luce sull’ acqua, una scia che fluttua ed evapora da qualcosa di fisico e si fa pura trascendenza, energia. E la copertina dell’ album, con l’immagine di un orso agonizzante sta ad indicare proprio questo, la fissazione nella nostra mente del momento in cui lo spirito, l’anima sta per lasciare il corpo. Basterebbe questa introduzione per capire che siamo davanti all’ ennesima opera sorprendente di un artista incredibilmente sensibile ed impegnativo che non può lasciarci indifferenti dinnanzi alla sua visione del mondo. Vita e morte, spirito e materia, uomo e donna, Antony, transgender, è affascinato da sempre da queste ed altre antinomie che lo spingono a riflessioni personalissime sullo stato dell’arte dell’esistenza umana; antinomie lontane da quelle kantiane che si annullano a vicenda, ma binomi in stretta connessione che si fondono per dar vita alla Realtà.
Antony vive nel corpo di un uomo, come contenitore dell’ estrema sensibilità dello spirito di una donna, ed è figlio della natura cui si sente legato in maniera inscindibile. E queste contrapposizioni, quasi necessarie per la loro stessa comprensione, sono presenti anche nel book della versione deluxe di quest’album, che contiene 144 pagine dei lavori di Antony, tra collage, foto, impressioni, soprattutto di natura zoologica, che rappresentano il perfetto sfondo visivo per le note del disco.
Questo attaccamento alla natura è fortissimo e traspare molto anche nelle tracce del disco. Infatti, come il precedente lavoro, Swanlights è un disco “ecologico”, attento alle tematiche ambientali, in cui natura e amore percorrono la stessa direzione.
“Everything Is New” ci accoglie sulla soglia e la voce incantevole e tremante di Antony ci invita all’ iniziazione del nuovo lavoro. Ancora una volta il pianoforte troneggia e ci guida nell’ ascolto e senza nemmeno cogliere il passaggio tra l’una e l’altra traccia eccoci fiondati nella dolcezza acustica di “The Great White Ocean” che ci culla tra le sue onde nostalgiche in maniera immediata. Insieme alla bellissima “Ghost” e “The Spirit Was Gone”, in un tumulto vibrante di archi e fiati, è un omaggio ai legami familiari quando oltrepassano il limite naturale dell’esistenza. “I’m In Love” ruba l’attenzione alla composizione classica e dà un tocco di vivacità, una ballata sperimentale per zufoli che esprime tutto l’ Amore in cui Antony è immerso. “Violetta”, una breve traccia strumentale molto intensa, precede la title-trackSwanlights”, un ruvido inno borderline alla vita e alla luce, tra sogno e realtà, “dancing neck to neck”. L’eccezionale “Thank You For Your Love” (che mi ricorda un pò Fistfull of Love) è una canzone autobiografica, il cui video è stato realizzato con vecchi filmati Super 8 di un Antony quasi irriconoscibile, nel periodo in cui arrivò a New York attorno agli anni Novanta. C’è anche un duetto con Bjork, “Fletta”, registrato in realtà insieme alle altre tracce che Antony ha inciso per lei in Volta, ma si trova solo nella versione basic di Swanlights, forse per invogliare i fan ad acquistare entrambe le versioni, chissà.
“Salt Sylver Oxygen” è il cuore musicale e concettuale di quest’opera secondo lo stesso, ed auspica l’avvento di un dio femmina, un passaggio dal dominio maschile a quello femminile. L’ultima traccia è Christina’s Farm”, voce e piano, in cui riaffiorano vecchie immagini in una fredda Parigi.

Ed è così che Antony ci lascia, prossimi al gelo dell’inverno, in una qualunque stanza di una qualunque città del mondo, in compagnia di nessuno o di chissà chi. Cala il sipario, ancora una volta, nella speranza che si riapra presto, magari in un tour italiano, per vivere ancora una volta ed avere il coraggio di riconoscere le emozioni di cui è maestro, anche dal vivo.

Vale.

(Recensione pubblicata su Shiver Webzine per cui collaboro.)




Nessun commento:

Posta un commento